Il Canavese
Contesto ambientale, culturale, artistico e storico del bacino canavese
L’area territoriale si individua per l’estensione "Canavese" che segue i toponimi delle località. Il comprensorio include 132 comuni estendendosi dalla pianura di Chivasso, comprendendo le colline d’Erbaluce di Caluso, verso i centri di Rivarolo, Castellamonte e Cuorgnè, per salire ad ovest lungo l’Orco fino al Parco Nazionale del Gran Paradiso; comprende la valle di Soana e quella del Chiusella , mentre a nord, oltre Ivrea e il grande anfiteatro morenico che s’allarga a oriente tra la Serra e Masino, giunge a ricomprendere Nebbiolo e Carema. Fertile e boscosa pianura, in tempi antichi il Canavese accoglieva coloro che scendevano dai valichi alpini o o quelli che si accingevano nell’impresa.
Una terra punteggiata da cittadine e paesi ricchi di scorci suggestivi e tradizioni; boschi pianure, colline sono rimasti, ancor’oggi la cornice per una terra prosperosa e piena di attrattive d’interesse culturale, artistico e storico, depositaria di monumenti antichi e moderni. Diversi sono i contesti ambientali del bacino canavese: dalla pianura del Chivasso, passando attraverso la collina morenica della Serra che racchiude i laghi glaciali di Candia ed Ivrea, per risalire la Valchiusella, la Valle Sacra, Orco e Soana fino alle vette del Parco, in un perpetuo intreccio tra storia e natura.
Numerose le personalità illustri che ebbero qui i natali come Costantino Nigra, politico e celebre ricercatore di canti popolari, Massimo d’Azeglio, statista e scrittore, Giuseppe Giacosa, studioso di vicende e costumi medievali, Alberto d’Andrade, disegnatore, architetto e pittore di immagini del Canavese. A conservare le vestigia di una lunga vita del Canavese sono i segni dell’arte rupestre, dei resti romani e soprattutto la presenza di numerosi castelli che con le loro caratteristiche architettoniche e le loro ubicazioni raccontano di lotte tra grandi signori, il sogno unificatore di Re Arduino, le ribellioni dei Tuchini e le insurrezioni dell’Ottocento.
Al binomio turismo e cultura rientrano anche aspetti quali la gastronomia, la viticoltura e l’artigianato che qui, in terra canavesana, infondono insegnamenti e valori tanto quanto si potrebbe assimilare consultando libri di storia, scritti illustri o scrutando i monumenti.
Itinerario Arduinico, Itinerari Artistici ed altri
Un percorso tra chiese e palazzi delle principali località del Canavese sono un’ulteriore chiave di lettura per conoscere più a fondo questo territorio. Si può partire da Chivasso, con la sua cattedrale dedicata all’Assunta di impianto gotico e con una interessante "Deposizione" di D. Ferrari; proseguire ad Ivrea visitando il Duomo, con i suoi due campanili romanici e la cripta protoromanica, per continuare verso Agliè, con la barocca S. Maria, e a Rivarolo con la chiesa di S. Michele le cui architetture sono state disegnate da Bernardo Vittone.
A Montanaro il complesso abbaziale, offre due notevoli esempi di architettura religiosa: la parrocchiale di San Nicolao di Bari, edificata nel 1644 e ampliata nel 1757 e la Chiesa della Confraternita di Santa Maria. A Ozegna, è la Chiesa della Trinità, dell’inizio del ‘600, che riflette caratteri di stile rinascimentale.
A Settimo Vittone, la Chiesa e il Battistero di San Lorenzo sono considerati uno dei complessi più interessanti per quanto concerne l’architettura preromanica in Piemonte. A Rocca Canavese, la Chiesa di Santa Croce, risalente al 1250, presenta affreschi e porzioni di questi in stile tardo gotico, Interessante anche il Duomo di Ciriè, riportante una facciata gotica con portale a rilievi in cotto e colonnine verticali e un affresco del ‘400.
A Ivrea è interessante una visita alla Chiesa di S. Bernardino con all’interno splendidi affreschi cinquecenteschi dello Spanzotti. Da non tralasciare la vista degli organi che in alcune delle chiese parrocchiali sono veramente di grande pregio. Sempre ad Ivrea si ricorda ancora la Biblioteca Capitolare Diocesana, contenente codici miniati, incunaboli e cinquecentine di alto valore. Opera unica è il Sacramentario del Vescovo Warmondo, della fine del X secolo, che riporta un valore inestimabile.
Altre chiese interessanti e caratteristiche sono quelle di montagna, cariche di storia e tradizioni; sopra Campiglia, ad esempio, vi è S. Besso. Tra gli edifici, a Ivrea ricordiamo Palazzo Giusiana, Villa Farina a Rivarolo, Palazzo Palma a Cesnola, La Rotonda Antonelliana a Castellamonte.